Quale schema tecnico scegliere per un impianto geotermico?

Aggiornato all’8-6-2017
La scelta dello schema tecnico da adottare per i collegameni tra la pompa di calore geotermica, l’impianto con sonda-sonde e la distribuzione interna a pavimento radiante ad esempio oppure a termosifoni, varia a seconda delle scelte di controllo della temperatura che l’utente vuole avere in casa. Vale il principio della semplicità: meno componenti sono installati al di fuori della pompa di calore minore è la probabilità che si verifichino difettosità nel post vendita e, se c’è un problema, esso è in genere facilmente individuabile a causa dell’esiguo numero di componenti esterni alla pompa di calore.

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Possiamo dire che esistono due approcci.
a) Collegamento della pompa di calore in diretta: in questo caso la pompa di calore è collegata in diretta sull’impianto di riscaldamento, la pompa di calore utilizza almeno metà dell’acqua contenuta nell’impianto (pavimento radiante o termosifoni) come volano in cui scaricare la potenza del compressore durante il ciclo di compressione; in genere questa parte di impianto è costituita dalla zona giorno, gestita da un nostro sensore di temperatura, che varia la temperatura dell’acqua di riscaldamento, che circola sempre in questa zona. La centralina quindi controlla la temperatura esterna (a nord) dell’aria e la temperatura rilevata dal sensore interno e, in base alle impostazioni dell’utente, varia la temperatura dell’acqua in mandata mantenendola al valore più basso possibile (e in questo modo massimizzando il COP della pompa di calore). Il resto dell’abitazione puo’ essere gestita con normali termostati che agiscono su valvole (zona notte in genere). I vantaggi di questa soluzione è che essa risulta estremamente semplice e che massimizza l’efficienza del sistema con pompa di calore; il principale svantaggio è che abbiamo un minore controllo delle temperature nelle diverse stanze e che il sensore della zona giorno è prioritario rispetto al resto dei controlli

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b) Collegamento della pompa di calore a buffer inerziale. In questo caso la pompa di calore “vede” solo il buffer inerziale, continua ad operare con il controllo del sensore esterno di temperatura, che permette la modulazione della temperatura del riscaldamento secondo una curva climatica impostabile dall’utente. Dal buffer in genere una pompa di circolazione a portata variabile spinge verso l’impianto di distribuzione; in questa situazione si possono installare i termostati che si desidera avere con una forte personalizzazione della posizione dei termostati, che possono essere infiniti. I vantaggi sono questi ultimi, cioè il controllo molto personalizzabile; gli svantaggi consistono in una maggiore complessità dello schema di locale tecnico e quindi in un maggior costo di realizzazione.

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