Ho riflettuto a lungo se inviare questo post. Mi sono convinto a scriverlo, pensando al mondo che voglio lasciare a mio figlio Sebastiano. Sono convinto che l’immagine di una azienda debba rimanere per quanto possibile apartitica. Il problema è che essa ha anche un preciso compito sociale, che è quello di garantire lavoro e dignità alle proprie risorse umane, mantenendo una chiara impronta di onestà nei confronti dei propri Clienti e Fornitori e di legalità nei confronti dello Stato in cui opera. Ora, Geotherm, come ogni altra impresa, credo, non può sottrarsi quando, anche minimamente, sono messi in dubbio e intaccati principi basilari di reale libertà (termine oltremodo abusato oggigiorno) quali ad esempio quelli di potersi fare un’opinione critica nei confronti di chi ci governa, che, ricordo, è “un dipendente” di noi cittadini, oppure di poter accedere liberamente all’utilizzo dell’acqua, che secondo me deve assolutamente rimanere pubblica, cioè di tutti noi. Questo punto vale qualsiasi siano le idee politiche, di destra o di sinistra, che ognuno può avere. Il ddl intercettazioni (si veda il testo) pone dei limiti intollerabili alla libertà di stampa, di indagine e di pubblicazioni internet, in nome di una presunta privacy, che tra l’altro è già tutelata da un’altra legge, la 196/2003 (ogni azienda conosce bene questa norma che impone di possedere un intero fascicolo relativo a come vengono trattati i dati personali e quelli cosiddetti sensibili). Relativamente alla libertà di stampa sono stati effettuati alcuni interessanti emendamenti, che credo vadano nella giusta e sana direzione. Rimangono aperti i nodi indagini e internet: sul primo non ho la competenza per fare dei commenti, mi limito solo a constatare che moltissimi operatori e addetti alla sicurezza pubblica hanno evidenziato rischi altissimi in questo ddl. Relativamente ad internet, invece, posso parlare con cognizione di causa. Il comma 29 va letto con molta attenzione (invito tutti i nostri lettori a farlo), perchè si estende il controllo e l’obbligo di rettifica (e le multe) non solo ai blog ma a generici siti internet. La rettifica, su internet, lo sa anche un semplice ragazzino, viene direttamente dalla rete: nei forum e nei feedback dei blog l’errore o l’esagerazione si pagano care, con l’immediata replica o condanna dei partecipanti alla rete. Vediamo questo anche nei blog che parlano di geotermia e pompe di calore: non c’è scampo. Il nostro Blog deve poter rimanere libero e snello senza doversi dotare di una impostazione simile a una testata giornalistica. Come prevenzione alle possibili multe dobbiamo comportarci come accade in radio di regime, dove si trasmette in continuazione musica classica? Per ricordare questo, fino al completo ritiro del ddl o a una sua sostanziale e profonda correzione, compreso il comma 29, con regolarità inseriremo post che parlano di ricette di cucina. In questo modo i nostri lettori, che sono già diverse centinaia, capiranno cosa è internet con una censura o autocensura preventiva, potranno ricordare e farsi una opinione più chiara.
Rimango infine stupito dal silenzio assordante su questo tema da parte delle associazioni di imprenditori, dalle quali non mi risulta sia arrivata alcuna posizione in merito. Credo che, come me, ci siano invece molti imprenditori, che hanno ben altri pensieri che farsi intercettare dagli organi di polizia, che vogliono fare business in un mercato sano e non viziato da “furbetti”, gruppi di “quattro pensionati sfigati“, tangenti, servilismo al potente di turno e violazioni della legge: è questa la libertà di impresa di cui tanto noi parliamo, dando fiato alle parole e passando una mazzetta di soldi con la mano destra e una pacca sulla spalla con la sinistra? E’ proprio questo il sano, libero, competitivo mercato che vogliamo? Certo, meglio non sapere. E allora, care Associazioni di imprenditori, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, CNA, non è il caso di farsi una bella doccia fredda per svegliarsi dal torpore del sonno?
D.M.